Di Matteo de’ Paoli – Se vi andate a prendere un drink dalle parti di Piazza Navona, più precisamente a Pizza del Fico – Piazza della Pace, non potete non vedere quel manifesto che campeggia fuori dal Caffè della Pace da mesi. E’ un invito a firmare una petizione per salvare uno dei locali storici che da molte decadi è un punto di riferimento dei giovani romani.
Il locale dovrebbe cambiare nome, perché oramai è al centro di una vera e propria guerra che si è intensificata proprio in quest’ultimo periodo. A quanto pare ci sarebbe un avviso di sfratto, e la volontà di cambiare tutto con la realizzazione di un hotel. Ma il locale non si arrende, continua a mantenere i battenti aperti e a servire i clienti.
E poi c’è questa petizione che è diventata un vero successo, un simbolo. A oggi sarebbero state raccolte addirittura ben 25 mila firme. “Consegnerò giovedì al sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, e all’assessore per Roma Produttiva, Marta Leonori, le 25mila firme raccolte tra i cittadini e i turisti per chiedere la conservazione del Caffè della Pace, minacciato da uno sfratto che potrebbe porre fine ai suoi oltre 100 anni d’attività”, fa sapere Giulio Anticoli, presidente Cna Roma Città Storica e Associazione Botteghe Storiche.
“Ho chiesto di incontrare a Palazzo Senatorio il primo cittadino e l’assessore per consegnare personalmente il frutto del lavoro di mesi, portato avanti spalla a spalla insieme a Fabio Mina, presidente dell’associazione Lupe, che mi accompagnerà insieme alla signora Daniela Serafini, conduttrice dello storico Caffè”, aggiunge.Ci sono anche tante personalità importanti tra i firmatari come Achille Bonito Oliva, Carlo e Marina Ripa di Meana, Roberto D’Agostino, il regista teatrale e conduttore televisivo Pino Strabioli, Rocco Papaleo e gli Ambasciatori della Bosnia e della Croazia l’ex Sindaco di Venezia Massimo Cacciari, la principessa Ines Torlonia. E ancora: Massimo Ghini, il pittore e scultore Enzo Cucchi, Riccardo Scamarcio, Deborah Caprioglio, Max Tortora, Luca Giurato e il regista Michel Gondri”. La petizione quindi è l’ultima arma per difendere il Caffè della Pace, forse l’ultima speranza.